Flora
SPECIE FLOREALI DEL PARCO E DINTORNI
La conformazione del paesaggio intorno alla Villa è molto articolata con ripidi pendii, dolci declivi e impluvi profondi molto umidi, dove sono frequentissimi passaggi repentini da una situazione all’altra.
Ciò fa sì che la vegetazione cambi improvvisamente anche nel giro di poche decine di metri con lembi di Erythronio-Carpinion, che si alternano a più estese superfici di Quercion robori-petraeae e ad aree ben esposte caratterizzate da comunità nemorali riferibili a Quercion pubescentis-petraeae e con ricchi orli del Trifolio-geranietea sanguinei.
Secoli di colture e decenni di abbandono hanno, però, profondamente alterato la copertura originaria e portato, di conseguenza, in varie parti, allo sviluppo di consorzi di sostituzione a Robinia e di cespuglieti eterogenei.
Sono insediate nei pressi del Parco anche formazioni, di straordinario interesse naturalistico, di Pseudomacchia euganea, riconducibili al Quercion ilicis, dove si possono osservare vari individui di Erica arborea e Arbutus unedo (il corbezzolo trova nei Monti Padovani il suo estremo punto di diffusione a Nord) con portamento arboreo.
Di grande interesse è la flora dei ruscellamenti superficiali, delle pozze che si sviluppano lungo i sentieri e delle piccole sorgenti in mezzo al bosco, con varie specie tra cui: Lythrum portula, Lythrum hyssopifolia, Pulicaria vulgaris, Gypsophyla muralis, Anagallis minima e Agrostis canina, tutte entità di notevole rarità nel Veneto e nella Pianura Padana.
Alcuni esemplari arborei di grandi dimensioni presenti qua e là nei boschi, in particolare individui di farnia, di rovere, di roverella, di carpino bianco e di castagno, testimoniano la bellezza del luogo, prima dell’insediamento dei coltivi. La loro maestosità dà l’idea, di come poteva presentarsi l’area nel lontano passato. Sicuramente, se lasciata alla sua spontanea evoluzione, la vegetazione del sito non ricreerà le cenosi forestali originarie; anzi, senza una cura adeguata, perderà qualsiasi funzione estetica e ricreativa, evolvendo, nelle zone ora occupate dai prati, verso consorzi di specie alloctone, alternati a roveti.
Altrettanto dannosa, però, sarebbe una trasformazione del sito in una sorta di parco urbano con un eterogeneo assembramento di essenze esotiche scelte in base ai criteri estetici oggi “alla moda”. È evidente che, date l’estensione dell’area e la diffusione delle infestanti, anche una completa rinaturalizzazione del Parco non è possibile; è proponibile, però, almeno nelle aree meno compromesse, un’azione atta a favorire lo sviluppo delle cenosi forestali potenziali e indirizzata, in qualche caso, almeno in funzione rappresentativa, al ripristino delle formazioni boschive tipiche dei colli orientali, dove si sviluppano i consorzi di sostituzione maggiormente degradati, prossimi agli itinerari più accessibili.
Un’azione di medio periodo che porti al controllo e, se possibile, alla riduzione dei popolamenti a robinia e dei cespuglietti, è sicuramente la soluzione migliore, da attivare rapidamente, per dare al luogo la “dignità” che merita.
E’ la parte più antica e risale alla fine del 1400. Rappresenta l’atrio a tutto il complesso di Villa Draghi. Qui visse Michael Gaismair protagonista della “guerra contadina” del 1525.
Sorta su un preesistente edificio del XVII secolo come villa privata abbattuta per costruire nel 1848 l’attuale complesso con la tipologia di villa-castello articolata su due piani e piano interrato.
Il Parco presenta lembi di bosco e appezzamenti di antica coltivazione a frutteto circondati da piccole radure attraversate da sentieri che offrono ampie vedute sul paesaggio sottostante..