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Piantare tanti alberi quanti sono gli abitanti della Terra, 7,8 miliardi, da qui al 2020. E’ il progetto che sarà lanciato quest’anno dall’Earth Day 2016, la Giornata della Terra, che si celebrerà in tutto il mondo il 22 aprile. Un appuntamento nato nel 1970 negli Stati Uniti, e ora diffuso in 192 stati in tutto il mondo, grazie a una rete di ong affiliate. Quest’anno l’Earth Day cadrà in contemporanea con la firma a New York dell’Accordo sul clima: 195 paesi del mondo, sotto l’egida dell’Onu, si impegneranno a mantenere il riscaldamento globale sotto i 2 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Un’intesa raggiunta faticosamente nel dicembre scorso alla Conferenza sul clima a Parigi (Accordo Parigi Clima) e che entrerà in vigore nel 2020. Tra i firmatari ci saranno anche i principali inquinatori mondiali, Cina e Stati Uniti, che in passato avevano fatto arenare i negoziati. “Non abbiamo priorità maggiore quest’anno che assicurarci che Stati Uniti, Cina, India e Unione europea, e tutti i maggiori produttori di CO2, firmino l’Accordo di Parigi – commenta Kathleen Rogers, presidente di Earth Day Network -. Abbiamo bisogno di provare che quello che è avvenuto a Parigi lo scorso dicembre non erano solo parole”.
L’Earth Day si celebra in tutto il mondo con manifestazioni di sensibilizzazione, pulizia delle aree verdi, iniziative educative per i bambini, incontri con i politici. Numerosi gli eventi anche in Italia, dalla Sicilia al Piemonte. L’edizione di quest’anno si concentra sulla necessità di piantare nuovi alberi e foreste ovunque. E gli organizzatori si sono posti un obiettivo ambizioso: dal qui al 2020, cinquantesimo anniversario della Giornata, il network di ong vuole piantare un albero per ogni abitante della terra, 7,8 miliardi. Gli alberi assorbono l’anidride carbonica prodotta da fabbriche, riscaldamento, auto, ripuliscono l’aria dalle polveri sottili e da gas nocivi come monossido di azoto, ammoniaca, diossido di zolfo, ozono, forniscono cibo, energia e reddito alle comunità locali, ospitano l’80% delle specie animali terrestri. Le foreste riducono il dissesto idrogeologico e forniscono spesso acqua potabile. Ci vogliono 96 alberi per assorbire l’anidride carbonica prodotta in media da una sola persona. Tagliare gli alberi vuol dire ridurre l’assorbimento di CO2 e quindi aumentare il riscaldamento globale. Un recente rapporto della ong americana Union of Concerned Scientist (Unione degli scienziati preoccupati, nata al Mit di Boston nel 1969) sostiene che la deforestazione è responsabile del 10% delle emissioni di gas serra (ma la Fao di recente parlava di un valore fra il 12 e il 20%). Per gli scienziati del Massachusetts, sono quattro i principali motori della deforestazione, che portano da soli alla distruzione di 3,83 milioni di ettari all’anno, l’estensione della Svizzera: l’allevamento del bestiame (2,71 milioni di ettari), la coltivazione della soia (480.000), quella dell’olio di palma (270.000) e l’industria del legno (380.000).
di Stefano Secondino