Il Blog
INFORMAZIONI E COMMENTI SU AMBIENTE E TERRITORIO DALL’ITALIA E DAL MONDO
[bread_crumb]
Sabato 30 aprile ore 10.00 presso la Biblioteca civica di Montegrotto Terme ci sarà la presentazione del libro “Guida all’anello ciclabile dei Colli Euganei e dintorni. Gianni Sandon, che ne è l’autore, con generosità, di cui lo ringraziamo, ha accolto la nostra richiesta di scrivere una traccia del suo libro. E’ un affresco che ci fa immergere nella bellezza e nel fascino del paesaggio, della cultura e della storia dell’anello ciclabile senza nascondere il lavoro che ancora rimane da fare. Traspare, oltre la profonda conoscenza dei luoghi, la grande passione e amore di Gianni per un ambiente tante e troppe volte violentato e trascurato.
Poche altre realtà presentano, come questa dei Colli Euganei, delle condizioni così favorevoli per realizzare un percorso ciclabile di interesse turistico-culturale.
L’origine geologica dei Colli e la loro collocazione geografica innanzitutto. Ad esse è legata l’immagine iconografica più classica di questo gruppo di colline: un’isola nel mare della piatta pianura circostante. Un’isola che offre a chi le gira attorno tutta una serie di suggestioni, a cominciare dalle immagini, continuamente mutevoli, dei profili che caratterizzano queste singolari formazioni.
Ma l’area pedecollinare offre molti altri gratificanti motivi di interesse. Come quelli legati al tema delle acque. In passato tutte le valli ai piedi dei Colli erano paludose e tutte sono state oggetto in epoche storiche varie di importanti lavori di bonifica. Di clamoroso interesse in particolare quelli della Serenissima nel ‘500, coi retratti di Monselice e del Lozzo. Ma già prima c’erano stati quelli dei Benedettini attorno a Praglia e quelli nella valle di S. Daniele. Tutti interventi continuati e rinnovati nei secoli successivi, fino ai nostri giorni.
E ogni intervento ha lasciato segni e testimonianze anche sul paesaggio agrario e sull’organizzazione del territorio. Di clamoroso interesse in particolare le ville, sorte proprio come centri di supporto alle nuove attività agricole nelle aree bonificate. Se ne incontrano, proprio a ridosso dell’anello, almeno una decina, quasi tutte sostanzialmente col loro contesto (a cominciare dai grandi parchi che le circondano), fatto questo ormai da considerare eccezionale: il Cataio e villa Selvatico a Battaglia, villa Emo a Rivella, villa Buzzaccarini a Marendole, Ca’ Barbaro in località omonima tra Monselice ed Este, villa Lando-Correr a Lozzo, Contarini a Vo’ Vecchio, villa Draghi a Montegrotto …. Per non dire ovviamente dell’abbazia di Praglia.
Di assoluto interesse i centri storici: quelli di Monselice ed Este innanzitutto, ma anche di originali centri “minori” come Battaglia e Vo’ Vecchio. E a documentare natura e storia si trovano musei come quello geologico e paleontologico di cava Bomba, della navigazione fluviale di Battaglia, delle macchine a vapore della collezione Centanin a Monselice, quello archeologico a Este.
L’anello stesso ha trovato la sua sede più congeniale sugli argini di storici corsi d’acqua che circondano i Colli: il canale di Battaglia, il Bisato (o Bisatto per chi preferisce la versione italianizzata), la Nina, il Rialto. Anche questi tutti con specifici motivi di interesse diffusi lungo tutto il percorso, come ad esempio i tanti originali manufatti: il “Sostegno” di Este, la botte di Rivella (detta anche “del Montaigne”), le botti di Lozzo, del Pigozzo, la conca di navigazione e l’arco di mezzo a Battaglia, la “circonvallazione” delle acque a Montegrotto …
Altro straordinario motivo di interesse del percorso è che esso offre la possibilità di continue deviazioni sia verso l’interno collinare che verso la pianura circostante, moltiplicando così suggestioni e attrazioni paesaggistiche e culturali che di sicuro rappresentano in vari casi delle vere sorprese.
C’è davvero da chiedersi perchè con condizioni tanto favorevoli ci siano voluti tempi così lunghi per concretizzare l’idea dell’anello, idea nata nei primi anni 90, subito dopo l’istituzione del Parco.
E’ stato ufficialmente inaugurato nel maggio del 2012. Sono circa 64 km, con apposita segnaletica, tutti in piano salvo una breve salita in zona Bastia.
La guida (136 pagine, oltre 400 foto) illustra dettagliatamente le caratteristiche storico-ambientali del percorso e delle 11 deviazioni suggerite. Caratteristiche che l’uso della bicicletta consente di cogliere ed apprezzare in modo ideale. Una pratica del resto, questa del cicloturismo, che da fenomeno di nicchia si sta affermando sempre di più anche come matura e redditizia forma di turismo. Tanto più importante nell’area euganea se si tiene conto, in aggiunta alle tante motivazioni citate, anche della presenza della città termale, la più importante realtà di questo tipo in Italia, con i suoi ospiti tradizionalmente legati all’uso della bicicletta e attenti e curiosi esploratori del territorio.
Purtroppo però non si può ancora dire che le potenzialità di questo percorso siano sfruttate al meglio. C’è tutta una serie di problemi ancora aperti che la guida non manca di segnalare: vari tratti da completare e da migliorare o da mettere in sicurezza (come vari attraversamenti di strade trafficate), la segnaletica non sempre chiara e adeguata, l’arredo verde che meriterebbe qualificanti interventi di valorizzazione lungo tutto l’anello…
Particolarmente importante, e finora trascurato, è tutto il capitolo della promozione del circuito. Che dovrebbe essere fatto conoscere anche al di là dei nostri confini locali incentivando soprattutto l’afflusso di ospiti interessati a fermarsi più giorni. Le strutture di accoglienza, per il ristoro e il soggiorno, certo non mancano. Ma finora si è fatto veramente poco in questa direzione.
Ci vorrebbe un serio, efficiente coordinamento tra operatori pubblici e privati per offrire e gestire tutti quei servizi (visite, ristori, pernottamenti, assistenza…) che possono attirare il cicloturista e indurlo a prolungare la sua visita.
Oltre che un fatto culturale un circuito come questo dell’anello può diventare insomma un redditizio investimento economico.
La guida vuole dare un concreto contributo per avvicinarsi a questo obiettivo.
Gianni Sandon